Il dolore lombare (lombalgia) è una condizione comune che colpisce una grande percentuale della popolazione lavorativa, spesso associata a limitazioni funzionali e assenza dal lavoro. Le linee guida tradizionali per il rientro al lavoro spesso si concentrano sulla riduzione del carico e sul divieto di sollevare pesi, basandosi sull'idea che il dolore sia causato da danni strutturali. Tuttavia, una crescente evidenza suggerisce che un approccio più attivo, che includa un rientro al lavoro senza restrizioni, può essere più vantaggioso in molti casi. Questo articolo esplora questa prospettiva, analizzando le evidenze disponibili e proponendo un modello di rientro al lavoro basato su un approccio biopsicosociale.

La Complessità del Dolore Lombare
Il dolore lombare è un fenomeno complesso, influenzato da una molteplicità di fattori, tra cui elementi biomeccanici, psicologici e sociali. Le linee guida cliniche riconoscono l'importanza di un approccio che consideri tutti questi aspetti, raccomandando l'esercizio fisico e il mantenimento dell'attività, compreso il ritorno al lavoro. Tuttavia, spesso queste raccomandazioni non vengono integrate con le linee guida occupazionali, che tendono a focalizzarsi sulle limitazioni del sollevamento pesi.
Il Ruolo delle Limitazioni di Carico
Le limitazioni del carico, spesso prescritte in seguito a un episodio di lombalgia, possono avere effetti controproducenti. L'idea che la schiena sia fragile e facilmente danneggiabile può portare a una "paura del movimento", che a sua volta può peggiorare il dolore e ritardare il recupero. Inoltre, l'evitamento delle attività lavorative può portare a una perdita di autostima e a un senso di isolamento, fattori che contribuiscono alla cronicizzazione del dolore.
L'Approccio Attivo: Rientro al Lavoro Senza Limitazioni
Un approccio alternativo, sempre più supportato dalle evidenze, è quello di promuovere un rientro al lavoro attivo, senza limitazioni di carico, quando ciò è possibile. Questo approccio si basa sulla comprensione che il corpo è resiliente e che il movimento, anche quello che comporta un certo carico, può essere benefico.
Benefici dell'approccio attivo:
Miglioramento della funzione: L'attività fisica e il lavoro stimolano il corpo a recuperare la propria capacità funzionale.
Riduzione della paura del movimento: Un rientro graduale alle attività lavorative può ridurre la paura di far peggiorare il dolore.
Benessere psicologico: Il ritorno al lavoro contribuisce a un senso di normalità e al benessere psicologico.
Prevenzione della cronicizzazione: Il mantenimento dell'attività fisica e lavorativa può ridurre il rischio di cronicizzazione del dolore.
Maggior aderenza ai programmi di riabilitazione: Le persone che hanno l'obiettivo del rientro al lavoro aderiscono maggiormente ai programmi di riabilitazione.
Personalizzazione del Rientro al Lavoro
È fondamentale personalizzare il piano di rientro al lavoro, tenendo conto delle specifiche esigenze del paziente e del tipo di attività lavorativa. In alcuni casi, può essere necessario un rientro graduale, con modifiche temporanee delle mansioni. Tuttavia, l'obiettivo finale dovrebbe essere un rientro al lavoro a piena idoneità, senza limitazioni, quando ciò è clinicamente appropriato.
Il Ruolo della Comunicazione e dell'Educazione
Un aspetto cruciale è la comunicazione positiva tra il paziente, il medico curante, il medico del lavoro e il datore di lavoro. È importante educare il paziente sul fatto che il movimento è benefico e che il dolore non significa necessariamente che ci sia un danno in atto. Anche il datore di lavoro deve essere coinvolto, con un approccio flessibile e di supporto.
Considerazioni sull'Ergonomia
Mentre il focus di questo articolo è sull'approccio attivo e sulla non necessità di limitazioni nei carichi per favorire il rientro al lavoro, non si deve ignorare l'importanza dell'ergonomia sul posto di lavoro. Un ambiente di lavoro ben progettato può ridurre il rischio di recidive e migliorare la performance. Gli interventi ergonomici dovrebbero essere combinati con una strategia di gestione del dolore attiva, piuttosto che essere visti come un'alternativa.
Ricerca Futura
Sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio l'efficacia degli approcci attivi al rientro al lavoro, soprattutto per quanto riguarda l'applicazione di questo concetto a diverse tipologie di lavoro e a differenti contesti clinici. La ricerca futura dovrebbe anche concentrarsi sull'ottimizzazione della comunicazione e dell'educazione, nonché sull'identificazione di fattori predittivi di un rientro al lavoro di successo.
Qualche riferimento in letteratura:
Questi articoli sottolineano come le linee guida per il sollevamento sul lavoro si basino sull'idea che il dolore lombare (LBP) sia causato principalmente da stress o danni ai tessuti, ma la maggior parte della varianza nel rischio di LBP non è spiegata dal sollevamento, indicando che altri fattori sono importanti. Inoltre, mettono in dubbio l'affidabilità degli studi che si basano su auto-segnalazioni per quantificare il carico di sollevamento. Nello specifico, fa riferimento a e per una review sistematica sulla relazione tra attività fisica occupazionale e LBP.
([1] Punnett L. Musculoskeletal disorders and occupational exposures: how should we judge the evidence concerning the causal association? Scand J Public Health 2014;42:49e58.
[2] Sinnott PL, Siroka AM, Shane AC, Trafton JA, Wagner TH. Identifying neck and back pain in administrative data: defining the right cohort. Spine (Phila Pa 1976) 2012;37:860e74.
[3] Driscoll T. Epidemiological aspects of studying work-related musculoskeletal disorders. Best Pract Res Clin Rheum 2011;25:3e13. S.P. Pandalai et al / Lifting, Back Pain, and Bayesian Risk Assessment 211
[4] Tanghuizi Du, Keiichi Miki. References 1. Bakker EWP, Verhagen AP, van Trijffel E, Lucas C, Koes BW. Spinal mechanical load as a risk factor for low back pain: a systematic review of prospective cohort studies. Spine. 2009; 34:E281–93. https://doi.org/10.1097/BRS.0b013e318195b257 PMID: 19365237 [5] Seidler, A., Bergmann, A., Bolm-Audorff, U., Ditchen, D., Ellegast, R., Euler, U., Haerting, J., Haufe, E., Jordan, C., Kersten, N., Kuss, O., Luttmann, A., Morfeld, P., Schäfer, K., Jäger, M., 2014. Dose-response relationship between physical exposure and lumbar spine disease. Results of the EPILIFT Exposure Criteria Study. (in German: Dosis-Wirkung-Zusammenhang zwischen physischen Belastungen und lumbalen Bandscheibenerkrankungen. Ergebnisse der DWS-Richtwertestudie). Zbl Arbeitsmed 64.)
L'articolo afferma che solo il carico eccessivo dovrebbe essere evitato, implicando che un carico di lavoro moderato è benefico. L'articolo sostiene che le linee guida sul sollevamento possono aiutare a migliorare le condizioni di lavoro, e promuovere il ritorno al lavoro tramite modifiche mirate e cure specifiche. Il lavoro stesso può essere considerato un esercizio per la salute e la riabilitazione. L'articolo invita a comunicare in modo chiaro, evitando messaggi negativi o che inducano paura e differenziando tra il carico insufficiente, benefico ed eccessivo. Inoltre, sottolinea che molti studi escludono la componente biomeccanica e ergonomica, che però dimostra che un aumento del carico ha effetti sulle strutture lombari, indicando che il problema non è necessariamente l'assenza di carico.
(Seidler, A., Bergmann, A., Bolm-Audorff, U., Ditchen, D., Ellegast, R., Euler, U., Haerting, J., Haufe, E., Jordan, C., Kersten, N., Kuss, O., Luttmann, A., Morfeld, P., Schäfer, K., Jäger, M., 2014. Dose-response relationship between physical exposure and lumbar spine disease. Results of the EPILIFT Exposure Criteria Study. (in German: Dosis-Wirkung-Zusammenhang zwischen physischen Belastungen und lumbalen Bandscheibenerkrankungen. Ergebnisse der DWS-Richtwertestudie). Zbl Arbeitsmed 64.)
L'articolo descrive come studi sull'efficacia di programmi di esercizio dopo il trattamento per il mal di schiena suggeriscono che qualsiasi esercizio generale come stretching, rafforzamento, allenamento di resistenza e educazione posturale potrebbe essere adeguato. Questo implica che non è necessario un approccio restrittivo all'attività fisica dopo un episodio di LBP.
( [1] Hides JA, Jull GA, Richardson CA. Long-term eIects of specific stabilizing exercises for first-episode low back pain. Spine 2001;26(11):E243-8.
Kellett KM, Kellett DA, Nordholm LA. EIects of an exercise program on sick leave due to back pain. Physical Therapy 1991;71(4):283-93.
[2] Ljunggren AE, Weber H, Kogstad O, Thom E, Kirkesola G, Nordin M. EIect of exercise on sick leave due to low back pain: A randomized, comparative, long-term study. Spine 1997;22(14):1610-7.)
Questo articolo conclude che l'attività fisica dovrebbe essere fortemente raccomandata nella gestione del dolore lombare cronico (CLBP) e che l'esercizio riduce il dolore a breve termine, migliora la funzione fisica sia alla fine del trattamento che a lungo termine, e riduce la disabilità lavorativa a lungo termine. L'esercizio fisico è quindi un fattore chiave nella gestione del LBP, con particolare riferimento a Pilates per il CLBP, piuttosto che la limitazione dell'attività fisica.
(Narrative review Low back pain Physical activity Exercise Efficacy
lier AP-HP, Centre-Universite e Readaptation de l’Appareil blique - Hopitaux de Paris, 27 , France. A. Roren, C. Daste, M. Coleman et al. Annals of Physical and Rehabilitation Medicine 66 (2023) 101650
Song H, Gao L. A study on effect of Taijiquan on lumbar disc protrusion. J Beijing Sports Univ 2008;3:627–9.
Qing GM. Study on the curative effective of Taiji boxing in treatment of lumbar disc herniation. Mod Prev Med 2012;39:4170–2. The effect of lifting during work on low back pain: A health impact assessment based on a meta-analysis. DOI:10.1136/oemed-2014-102346 Authors:Pieter Coenen Amsterdam University Medical Center, Vincent Gouttebarge Amsterdam University Medical Centers / University of Pretori, aafje van den burghtaafje van den burght.)
Questo documento indica che l'allenamento dei lavoratori per sollevare con le gambe e non con la schiena non è supportato da studi di intervento di alta qualità per prevenire il LBP. Invece, consiglia di concentrarsi sulla progettazione ergonomica del luogo di lavoro e del compito, oltre che sugli interventi di ingegneria e organizzativi. Il documento sottolinea anche che il sollevamento meno frequente sembra essere più pericoloso di quello frequente, sottolineando l'importanza della pratica. (Spine 33(1):95–103 65. Kuiper JI, Burdorf A, Verbeek JHAM, Frings-Dresen MHW, Van der Beek AJ, Viikari-Juntura ERA (1999) Epidemiologic evidence on manual materials handling as a risk factor for back disorders: a systematic review. Int J Ind Ergon 24:389–404 66.
Palmer K, Smith G, Kellingray S, Cooper C (1999) Repeatability and validity of an upper limb and neck discomfort questionnaire: the utility of the standardized Nordic Questionnaire. Occup Med)
Questo documento indica che non sono state trovate associazioni significative tra carichi fisici correlati al lavoro e il LBP, suggerendo che la limitazione dei carichi potrebbe non essere la soluzione principale. Nello specifico, descrive uno studio che, analizzando il nesso tra carichi fisici e LBP, non ha trovato associazioni significative. (Methodology: Kazuyuki Iwakiri, Takeshi Sasaki, Midori Sotoyama, Tanghuizi Du. Supervision: Midori Sotoyama. Validation: Kazuyuki Iwakiri. Writing – original draft: Kazuyuki Iwakiri. Writing – review & editing: Kazuyuki Iwakiri, Takeshi Sasaki, Midori Sotoyama, Tanghuizi Du, Keiichi Miki. References 1. Bakker EWP, Verhagen AP, van Trijffel E, Lucas C, Koes BW. Spinal mechanical load as a risk factor for low back pain: a systematic review of prospective cohort studies. Spine. 2009; 34:E281–93. https://doi.org/10.1097/BRS.0b013e318195b257 PMID: 19365237.)
Questo articolo afferma che la capacità di ritornare e rimanere al lavoro è il risultato più importante nella valutazione dei programmi di riabilitazione funzionale. Anche se gli studi indicano un effetto positivo della riabilitazione, i risultati dipendono molto dal sistema di welfare del paese. Tre fattori sono predittivi per il ritorno al lavoro: l'obiettivo di tornare al lavoro, l'intenzione di farlo e l'aspettativa di farcela. L'articolo descrive uno studio in cui i partecipanti hanno ricevuto un intervento cognitivo comportamentale con l'obiettivo di promuovere il rientro al lavoro. Questi fattori suggeriscono che l'atteggiamento del lavoratore è determinante per il rientro, piuttosto che le limitazioni fisiche. (Mayer TG, Gatchel RJ, Mayer H, et al. A prospective two-year study of functional restoration in industrial low back injury. An objective assessment procedure [published correction appears in JAMA 1988 Jan 8;259(2):220]. JAMA 1987;258 (13):1763–7.
[34] Kamper SJ, Apeldoorn AT, Chiarotto A, et al. Multidisciplinary biopsychosocial rehabilitation for chronic low back pain. Cochrane Database Syst Rev 2014(9): CD000963. doi: 10.1002/14651858.CD000963.pub3.
[35] Eisenberg DM, Buring JE, Hrbek AL, et al. A model of integrative care for low-back pain. J Altern Complement Med 2012;18(4):354–62. doi: 10.1089/ acm.2011.0408.)
Questi risultati suggeriscono che un approccio alla gestione del mal di schiena che si concentra sulla promozione dell'attività fisica, sull'ergonomia del posto di lavoro, sull'atteggiamento positivo del lavoratore e sulla libertà di movimento può essere più efficace rispetto alla semplice limitazione del carico.
Conclusioni
Il rientro al lavoro dopo un episodio di lombalgia non dovrebbe essere sempre legato a rigide limitazioni di carico. Un approccio attivo, che promuova il movimento e l'attività fisica, può essere più efficace nel favorire il recupero, ridurre la paura del movimento, e prevenire la cronicizzazione del dolore. La chiave è una personalizzazione del piano di rientro, una comunicazione positiva e un'attenzione alla promozione di un ambiente di lavoro ergonomico. Un approccio biopsicosociale dovrebbe guidare le decisioni di rientro al lavoro, e non solo le valutazioni biomeccaniche. L'obiettivo finale deve essere un rientro al lavoro a piena idoneità, senza limitazioni, quando ciò è possibile e sicuro.
Questo articolo si basa sulle informazioni presenti nelle fonti fornite e mira a fornire una panoramica utile su questo tema.
Altri articoli del Blog:
Per le aziende e datori di lavoro:
Bozza di nuovo accordo Stato-Regioni sulla formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro (2024)
Per tutti:
Colpi di calore: consigli e misure di prevenzione basati sull'evidenza scientifica per i lavoratori - Il medico competente: un obbligo per la sicurezza e la salute dei lavoratori
Sorveglianza Sanitaria per Soggetti in Stage o Tirocinio Modifica articolo 18 Testo Unico (D.lgs 81/08)
Formaldeide: il pericolo nascosto nelle nostre case Monossido di Carbonio: Il Killer Silenzioso nel Fumo di Sigaretta e nella Vita Quotidiana